I Lavori di Restauro

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“Nel 1986 sono stati iniziati lavori di restauro sistematici sulla base di un progetto unitario di recupero dell’antica Cattedrale.
Purtroppo, data l’esiguità dei finanziamenti, le opere sono state disaggregate in vari stralci.

La prima fase ha interessato parte dei sotterranei (portando alla scoperta del tempio di Romualdo insieme a notevoli emergenze archeologiche) e alcune zone delle coperture che nel frattempo si erano mostrate inefficienti. La seconda fase è stata incentrata totalmente sul ripristino dei tetti e dei terrazzi, la terza fase infine ha preso in considerazione il restauro delle decorazioni interne. Prima dell’inizio dei lavori di restauro, l’interno della Cattedrale risultava particolarmente degradato e pericoloso per la pubblica incolumità, a causa della concreta possibilità di distacco di intonaci e stucchi dalle volte e dalla cupola del coro. Dopo la caduta di alcune parti decorative, fortunatamente senza conseguenze, la situazione era divenuta così drammatica e pressante da costringere a iniziare il restauro dell’interno senza che fosse stato completamente terminato quello delle coperture e della facciata; in alternativa vi era soltanto la chiusura al pubblico del Tempio. Gli elementi architettonici maggiormente degradati sono risultati: estese parti di intonaco a finto marmo (annerite, distaccate e in qualche caso totalmente mancanti), i marmi di rivestimento di alcune cappelle (anneriti e lesionati) e alcune zone delle volte caratterizzate da pesanti e instabili stucchi.

Tra le decorazioni pittoriche di maggiore interesse, presenti nella Cattedrale, risultano i finti marmi. Queste decorazioni coprono parte dei pilastri della navata principale, tutto il transetto e il coro, raccordandosi, in uno splendido crescendo cromatico, ai preziosi marmi della cappella della Madonna della Madia. L’imitazione della natura è in queste decorazioni ricercata con grande attenzione e competenza, la struttura geologica dei vari marmi è compresa e riprodotta perfettamente, le brecce in particolare sono realizzate in modo splendido sia compositivamente che cromaticamente. Dopo un saggio di pulizia e rilucidatura, solo la differenza di temperatura, rilevabile al tatto, fra il finto marmo e quello vero è in grado di manifestare l’artificio. Appena ultimato il montaggio delle impalcature, è purtroppo risultata evidente la necessità di ricostruire alcune zone distrutte o irrecuperabili, solo una analisi approfondita di materiali di supporto dei pigmenti e delle tecniche di lucidatura originali, e la grande abilità dei restauratori Wolfgang Stempfle e Pippo Patruno ha consentito il conseguimento di un ottimo risultato.

Anche i marmi delle cappelle si sono rivelati in pessime condizioni statiche: i perni in ferro, fortemente ossidati e rigonfiati, avevano procurato macroscopici spostamenti nei blocchi marmorei fino al punto di minacciare la stabilità. Un primo intervento di emergenza consisteva nel puntellare minuziosamente tutte le varie parti soggette a spostamenti: successivamente si è provveduto allo smontaggio completo della struttura marmorea e alla ricomposizione delle varie parti mediante perni in acciaio inox. Anche la muratura portante in tufo è stata interessata da interventi di consolidamento.

In alcune zone delle navatelle laterali gli stucchi apparivano instabili o mancanti insieme ad ampie zone di intonaco. Particolarmente complessa è stata l’opera di ricostruzione utilizzando le tecniche e i materiali originali. Con l’utilizzo del bianco calce, questi ambienti hanno ripreso l’aspetto di luminosità che caratterizzava la Cattedrale subito dopo la sua inaugurazione.